REGISTRO DEI TRATTAMENTI “noto anche come Quaderno di Campagna”

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Si ricorda che le aziende agricole che fanno uso di prodotti fitosanitari e loro coadiuvanti per la difesa delle colture agrarie, hanno l’obbligo di annotare, in uno specifico registro, i trattamenti effettuati in azienda nel corso dell’anno.

Le annotazioni devono essere effettuate entro il periodo della raccolta e comunque entro trenta giorni dalla data di esecuzione del trattamento stesso. Il registro dei trattamenti, deve essere compilato anche quando gli interventi fitosanitari vengono eseguiti per la difesa delle derrate alimentari immagazzinate, per gli impieghi effettuati in ambito extra-agricolo quali verde pubblico, diserbo canali, sedi ferroviarie, ecc..

Sono esentati dalla compilazione del registro i soggetti che utilizzano prodotti fitosanitari esclusivamente in orti e giardini familiari, il cui raccolto è destinato interamente al consumo proprio (autoconsumo).

Il titolare dell’azienda agricola deve conservare tale registro ivi comprese le fatture di acquisto, per almeno tre anni successivi a quello a cui si riferiscono gli interventi annotati e la scheda di sicurezza pertinente per ogni prodotto fitosanitario utilizzato (sempre aggiornata)

Questo è dettato dall’art. 20 del D.P.R. n. 55 del 28 febbraio 2012 e successive modificazioni ed integrazioni che di fatto modifica l’art. 42 del D.P.R. n. 290/2001.Con le annotazioni sul registro dei trattamenti, si ottempera anche ad alcune disposizioni relative, ad esempio, alla Condizionalità, imposta dalla Riforma Pac attualmente vigente come in primis, all’igiene dei prodotti alimentari. anni, sempre più, sia gli acquirenti privati dei vostri prodotti, come le stesse cooperative, richiedono al momento

La Confederazione annovera figure particolarmente competenti nella tenuta e redazione del Quaderno di Campagna.

Ai soggetti obbligati, si chiede, nell’occasione della redazione del piano colturale, PAC, 7° Censimento Generale dell’agricoltura  e/o richiesta di carburanti ad accisa agevolata (ex UMA)di rivolgersi presso i ns. uffici confederali dove abitualmente Vi rivolgete, per ulteriori approfondimenti  ed eventualmente per aderire al servizio proposto o viceversa, per sottoscrivere una apposita liberatoria.

ATC 7 GROSSETO SUD: BANDO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI PER L’ACQUISTO DI MATERIALE PER RECINZIONI ELETTRICHE O ALTRI DISSUASORI ANNO 2021

si comunica che l’ATC 7 GROSSETO SUD competente sul territorio dei seguenti comuni: 

Arcidosso – Campagnatico – Capalbio – Castel del Piano – Castell’Azzara – Cinigiano – Grosseto – Isola del Giglio – Magliano in Toscana – Manciano – Monte Argentario – Orbetello – Pitigliano – Roccalbegna – Santa Fiora – Scansano – Seggiano – Semproniano – Sorano 

ha aperto il bando per la concessione di contributi per l’acquisto di materiale per le recinzioni elettriche o altri dissuasori al fine di prevenire i danni  alle colture agricole da parte della fauna selvatica. 

Possono accedervi coloro che conducono terreni  ricadenti nel territorio libero alla caccia, nelle Zone di Ripopolamento e Cattura e nelle Zone di Rispetto Venatorio dell’ATC 7 Grosseto Sud.  

Le domande dovranno pervenire al Comitato di Gestione dell’ATC entro e non oltre il 30 aprile 2021 o fino ad esaurimento dei fondi stanziati.

Cia Grosseto. 8 marzo: anche nel mondo agricolo la parità di genere è un traguardo lontano


8 marzo – Cia Grosseto: Dobbiamo prendere atto che la parità di genere, anche nel mondo agricolo, è un traguardo ancora lontano, ma questo non deve essere la scusa per fermarci o per arrenderci

Soffrono la crisi causata dalla pandemia e, in un anno, sono passate da quota 210.402 mila a 207.991. Sono le aziende a conduzione femminile registrate per il 2020 da Unioncamere, con un calo di 2.411 imprese, l’1,15%. A evidenziare il quadro della situazione è Donne in Campo, l’Associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani che sottolinea quanto queste aziende siano, in realtà, le più impegnate nella sicurezza alimentare e nel biologico, nella custodia e nella valorizzazione della biodiversità.

Sono sostenitrici della tutela del paesaggio e del territorio. In sostanza -precisa Donne in Campo-Cia- la parte candidata a essere capofila nella costruzione e attuazione della transizione ecologica e sostenibile.

“Come vicepresidente della Confederazione Italiana di Grosseto – afferma Francesca Barzagli – colgo l’occasione di questo 8 marzo per invitare le donne tutte,  non solo quelle del mondo agricolo, a credere per prime nel loro valore, ad essere consapevoli della loro forza e, proprio per questo, a fare rete in tutti i settori di cui si occupano per poter essere cittadine più coese. Essere donna ed imprenditrice, anche in Maremma, non è assolutamente facile – spiega –  e diventa particolarmente complicato in certi comparti tradizionalmente “maschili” come quello dell’allevamento,  il settore del quale mi occupo in prima persona.  Dobbiamo prendere atto che la parità di genere è un traguardo ancora lontano, ma questa realtà, con la quale ci confrontiamo più volte al giorno, non deve essere la scusa per fermarci o per arrenderci. La nostra determinazione deve essere quel carburante che ci consente di superare i pregiudizi e gli ostacoli . Come agricoltrice, figlia di agricoltori, sono certa che insieme possiamo fare la differenza e non solo nel mondo rurale. Certo il percorso è lungo e non sarà sempre facile  – conclude la vicepresidente Cia Grosseto – ma il nostro ruolo strategico nelle aree rurali ha dimostrato che partendo dalla nostra tenacia, arricchita dalla fantasia e dalla lungimiranza che ci contraddistinguono, possono essere gli strumenti positivi attraverso i quali possiamo affermarci come protagoniste attive nei processi sociali, politici e dello sviluppo economico”

“E’ necessario sostenere queste imprese, impegnate a ricucire gli strappi tra la sostenibilità economica e quella ambientale e sociale -afferma la presidente di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi-. Serve, quindi, rendere stabile il Bonus Donne in Campo e in generale rafforzare gli strumenti di credito, ma anche favorire l’accesso alla terra da parte delle donne che, a tutte le età, e a volte dopo la crescita dei figli, desiderano impegnarsi in agricoltura”.

“Ci aspettiamo molto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza -aggiunge Terenzi-. Come Donne in Campo, chiediamo che parte delle risorse del Recovery vengano utilizzate per finanziare, sostenere e diffondere le esperienze di cui alcune già avviate, come la costruzione di filiere sostenibili, la produzione di fibre vegetali per tessuti e piante tintoree per le colorazioni naturali, ma anche finanziando progetti di ricerca per lo studio di nuove fibre vegetali per bioplastiche ed altri materiali. E ancora, occorre avviare un reale incremento della produzione di erbe officinali per erboristeria e industria farmaceutica e lavorare per costruire vera aggregazioni di prodotto. Inoltre -continua Terenzi- chiediamo di impegnare le nostre aziende a incrementare l’assorbimento di CO2 nella biomassa vegetale e nel suolo, nella produzione di energie rinnovabili per autoconsumo e produzione energetica. E’ poi necessaria la formazione per il settore vivaistico sul recupero della biodiversità, come anche progetti di rigenerazione del suolo. In particolare, la formazione sul valore del patrimonio culturale e paesaggistico, è una leva economica cruciale, insieme al rilancio delle reti di imprese e cooperazione”.

“Il Recovery Plan -conclude, infine, la presidente di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi- dovrà impegnare risorse anche per migliorare i servizi nelle aree rurali, garantendo i presidi sanitari, ma anche rilanciando la rete dei Consultori familiari che hanno svolto un ruolo strategico nei territori a sostegno delle donne e della famiglia, garantendo e sostenendo anche il diritto delle stesse alla maternità”.



8 marzo: Cia, aziende agricole femminili in crisi. Favorire il credito

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MARZO 2021



Se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi ad un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi ad una donna.

(Margareth Tatcher)

La forza delle donne deriva da qualcosa che la psicologia non può spiegare. Gli uomini possono essere analizzati, le donne… solo adorate.

(Oscar Wilde)

Le donne che cercano di essere uguali agli uomini mancano di ambizione.

(Marilyn Monroe)

Se educhi un uomo, educhi un uomo. Se educhi una donna, educhi una generazione.

(Brigham Young)


Donne in Campo chiede, per loro, servizi migliori in aree rurali, presidi sanitari e consultoriSoffrono la crisi causata dalla pandemia e, in un anno, sono passate da quota 210.402 mila a 207.991.

Sono le aziende a conduzione femminile registrate per il 2020 da Unioncamere, con un calo di 2.411 imprese, l’1,15%. A evidenziare il quadro della situazione è Donne in Campo, l’Associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani che sottolinea quanto queste aziende siano, in realtà, le più impegnate nella sicurezza alimentare e nel biologico, nella custodia e nella valorizzazione della biodiversità. 

Sono sostenitrici della tutela del paesaggio e del territorio. In sostanza -precisa Donne in Campo-Cia- la parte candidata a essere capofila nella costruzione e attuazione della transizione ecologica e sostenibile.  

“E’ necessario sostenere queste imprese, impegnate a ricucire gli strappi tra la sostenibilità economica e quella ambientale e sociale -afferma la presidente di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi-. Serve, quindi, rendere stabile il Bonus Donne in Campo e in generale rafforzare gli strumenti di credito, ma anche favorire l’accesso alla terra da parte delle donne che, a tutte le età, e a volte dopo la crescita dei figli, desiderano impegnarsi in agricoltura”. “

Ci aspettiamo molto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza -aggiunge Terenzi-. Come Donne in Campo, chiediamo che parte delle risorse del Recovery vengano utilizzate per finanziare, sostenere e diffondere le esperienze di cui alcune già avviate, come la costruzione di filiere sostenibili, la produzione di fibre vegetali per tessuti e piante tintoree per le colorazioni naturali, ma anche finanziando progetti di ricerca per lo studio di nuove fibre vegetali per bioplastiche ed altri materiali. E ancora, occorre avviare un reale incremento della produzione di erbe officinali per erboristeria e industria farmaceutica e lavorare per costruire vera aggregazioni di prodotto”. 

“Inoltre -continua Terenzi- chiediamo di impegnare le nostre aziende a incrementare l’assorbimento di CO2 nella biomassa vegetale e nel suolo, nella produzione di energie rinnovabili per autoconsumo e produzione energetica. E’ poi necessaria la formazione per il settore vivaistico sul recupero della biodiversità, come anche progetti di rigenerazione del suolo. In particolare, la formazione sul valore del patrimonio culturale e paesaggistico, è una leva economica cruciale, insieme al rilancio delle reti di imprese e cooperazione”. “

Il Recovery Plan -conclude, infine, la presidente di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi- dovrà impegnare risorse anche per migliorare i servizi nelle aree rurali, garantendo i presidi sanitari, ma anche rilanciando la rete dei Consultori familiari che hanno svolto un ruolo strategico nei territori a sostegno delle donne e della famiglia, garantendo e sostenendo anche il diritto delle stesse alla maternità”.



Agroalimentare di qualità. Ok alle procedure per etichetta “prodotto di montagna”

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Cia Grosseto: Dobbiamo trovare risposte alla questione idraulica e alla siccità.


Cia Grosseto: Dobbiamo trovare risposte alla questione idraulica e alla siccità. I mesi caldi stanno per arrivare e dobbiamo agire prima che sia tardi.


“Il Covid e i problemi nati a seguito della pandemia non devono far passare in secondo piano importanti questioni, come quella  idraulica e quella legata alla siccità, che sono la causa di ingenti danni all’ambiente, ai cittadini e alle aziende agricole.  Negli ultimi anni abbiamo assistito a periodi di forte piovosità alternati a mesi di aridità durante i quali l’acqua è stata scarsissima; trovare un modo per limitare i danni da alluvioni e per custodire questo bene prezioso è dunque una delle sfide che la politica, il mondo scientifico e quello agricolo devono affrontare.- commentano Claudio Capecchi ed Enrico Rabazzi rispettivamente presidente e direttore di Cia Grosseto – Bisogna attivarsi ora per evitare di piangere nei prossimi mesi; dobbiamo mettere in atto una coerente politica delle acque che vada ad arginare i danni da esondazioni, che possa garantire un aiuto in caso di incendi e che sappia rispondere alle necessità di irrigazione. Come più volte richiesto, da una parte serve una costante e attenta “pulizia” e messa in sicurezza dei fiumi per ottimizzare il convogliamento delle acque e garantire un loro regolare percorso in caso di precipitazioni abbondanti, dall’altra bisogna pensare di costruire bacini di acculo per far fronte ad eventuali calamità e per evitare il dissesto idrogeologico. Dobbiamo attivarci ora e dare risposte immediate prima che sia troppo tardi- insistono -. Come Confederazione avevamo sostenuto una idea interessante, mai concretizzata, sulla possibilità di costruire un invaso nella zona di Pantano nel Comune di Pitigliano. Certo serve analizzare la sua fattibilità e approfondire lo studio presentato, sarà necessario  intercettare le risorse, come quelle dal Piano Irriguo Nazionale e avere un coinvolgimento-accordo tra tutti gli attori interessanti, ma crediamo che quanto presentato potrebbe essere un buon punto di partenza e meriti un ulteriore attento approfondimento. Riteniamo infatti che l’area in questione, particolarmente ricca di acqua, potrebbe essere ideale per ospitare un invaso e dare risposte all’agricoltura del comprensorio, ai cittadini e, non ultimo, potrebbe essere un volano economico per quella zona. Riprendere questa proposta o altre simili potrebbe dunque essere utile perché i mesi caldi stanno per arrivare e la questione non può più essere rimandata. In altre parole – concludono i dirigenti Cia Grosseto – se vogliamo salvare la nostra agricoltura e tutelare il nostro patrimonio ambientale dobbiamo partire dalla manutenzione degli alvei dei fiumi e dei torrenti necessaria per far defluire l’acqua senza pericoli per i cittadini e le aziende, ma contemporaneamente, servono investimenti per quelle infrastrutture idriche che in estate possano raccogliere le acque e favorire l’irrigazione e nei mesi invernali agevolare la regimazione delle acque e il naturale deflusso verso valle evitando possibili alluvioni e i conseguenti danni”



 

Governo Draghi: priorità campagna vaccinale, pensioni minime e infrastrutture per il territorio


Anp-Cia Grosseto: Governo Draghi  priorità campagna vaccinale,  pensioni minime e infrastrutture per il territorio


Il governo Draghi ha davanti a sé numerose sfide da affrontare, dall’emergenza sanitaria a quella economica e sociale, aggravata dalla pandemia. Lo afferma Anp-Cia Grosseto che, seguendo la linea di Anp-Nazionale, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, saluta il nuovo esecutivo augurando buon lavoro a tutta la squadra dei ministri.

In particolare, secondo Anp, la conferma di Roberto Speranza alla guida del ministero della Salute è una buona notizia, perché può garantire una continuità di lavoro nel campo della lotta al Covid e nel potenziamento del Sistema sanitario nazionale, con azioni che vanno verso il rafforzamento della sanità territoriale e dell’assistenza domiciliare, per tutelare maggiormente gli anziani e adeguare i servizi socio-sanitari nelle aree interne e rurali del Paese. La campagna di vaccinazione resta la priorità più urgente, per questo bisogna assicurare che sia condotta con criteri scientifici e senza discriminazioni né sociali né territoriali.Al nuovo ministro del Lavoro e della Previdenza sociale Andrea Orlando, assieme agli auguri, Anp-Cia rilancia subito la necessità di affrontare la questione delle pensioni minime, che coinvolge in Italia una platea di 2 milioni di persone, con assegni fermi a 515 euro al mese. Una cifra non dignitosa, ancora di più tra crisi e pandemia con l’aumento delle situazioni di disagio sociale.

“Come Anp-Grosseto abbiamo più volte sollecitato la politica a non voltare le spalle ai nostri agricoltori-pensionati” interviene Sabrina Rossi segretaria provinciale dell’Associazione – Sono tantissimi gli anziani che dopo un lavoro usurante, svolto sette giorni su sette i cui benefici sono ricaduti su tutto il territorio della Maremma,  oggi sono costretti a vivere con pensioni da fame, e questo non è più accettabile. Anp-Grosseto ancora una volta torna a invocare l’adeguamento delle pensioni al tetto minimo fissato dalla Carta Sociale Europea. Chiediamo che venga loro  riconosciuta una vecchiaia dignitosa, evitando in questo modo la necessità, come spesso accade, di dover continuare a lavorare in età avanzata per cercare di sopravvivere”

Ecco perché le risorse del Recovery Plan devono essere l’occasione per modificare il modello, riequilibrando il rapporto tra aree metropolitane e aree interne, tra città e campagna, dove vive una forte percentuale di anziani. Ora è possibile invertire la tendenza -sottolinea Anp- investendo sugli attori economici e sociali dei territori che, a partire dall’agricoltura, possono favorire un rilancio delle aree interne e di tutta Italia. Servono, però, robusti investimenti per dotare le aree rurali di infrastrutture e servizi che ne aumentino la competitività economica (viabilità, trasporti, scuole, digitalizzazione) così come la qualità sociale, a partire dai servizi socio-sanitari per la sicurezza e la qualità di vita delle persone.

“Nel nostro territorio  – precisa Sabrina Rossi – la progressiva chiusura dei servizi nelle aree interne e la atavica mancanza di infrastrutture moderne, rappresentano un ostacolo insormontabile sia per gli anziani ma anche per chi vuol continuare a lavorare  in questi territori. Inoltre, come Anp-Grosseto riteniamo inaccettabile che i nostri pensionati che abitano in zone interne e marginali  abbiano ritardi nei soccorsi medici a causa della mancanza di strade poderali accessibili, di una geolocalizzazione e di una vera mappatura dei poderi. Un società che si vuol definire civile non può dimenticarsi dei propri nonni- conclude- e noi continueremo a lottare affinchè anche a loro venga riconosciuta e garantita pari dignità”

Si tratta di una chance fondamentale -conclude l’Associazione pensionati di Cia- per costruire un sistema economico basato su sostenibilità, buona occupazione, equilibrio territoriale e uguaglianza sociale.


 

NORME PER CHI COMMERCIALIZZA PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI

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Controlli sulla qualità dei prodotti ortofrutticoli


NORME PER CHI COMMERCIALIZZA PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI

La Legge 71/2005 recante interventi urgenti nel settore agroalimentare e le modifiche introdotte successivamente con la Legge comunitaria 34/2007 assegnano all’AGEA la responsabilità dei controlli di conformità sugli ortofrutticoli freschi avvalendosi dell’Agecontrol in attuazione del Regolamento UE 543/2011. Tale Regolamento è stato recepito anche in un DM del 03/08/2011 n. 5462 e dalle disposizioni attuative emanate dall’AGEA Autorità di Coordinamento. Le norme di commercializzazione si distinguono in norme specifiche (che riguardano 10 prodotti: mele, agrumi, kiwi, lattughe, indivie ricce e scarole, pesche e nettarine, pere, fragole, peperoni dolci, uve da tavola, pomodori) riportate nell’Allegato 1 parte B del Regolamento UE 543/2011 e norma generale (che riguarda i seguenti prodotti: pomodori freschi o refrigerati, cipolle, scalogni, agli, porri ed altri ortaggi agliacei freschi o refrigerati, cavoli, cavolfiori, cavoli ricci, cavoli rapa e simili prodotti commestibili del genere Brassica freschi o refrigerati, lattughe e cicorie fresche o refrigerate, carote, navoni, barbabietole da insalata, salsefrica o barba di becco, sedani-rapa, ravanelli e simili radici commestibili freschi o refrigerati, cetrioli e cetriolini freschi o refrigerati, legumi da granella anche sgranati freschi o refrigerati, frutta a guscio fresca o secca anche sgusciata o decorticata escluso noci di cola e noci di arec, banane da cuocere fresche, banane da cuocere essiccate, fichi freschi, ananassi, avocadi, guaiave, manghi e mangostani, agrumi freschi o secchi, uve da tavola fresche, meloni compresi i cocomeri e papaie freschi, mele, pere e cotogne fresche, albicocche, ciliegie, pesche comprese le pesche noci, prugne e prugnole fresche, miscugli formati esclusivamente di frutta a guscio escluso noci di cola e noci di arec, zafferano, timo fresco o refrigerato, basilico, melissa, menta, origano maggiorana selvatica, rosmarino, salvia freschi o refrigerati, carrube) di cui all’Allegato 1 parte IX del Regolamento CE 1308/2013. 

Norme specifiche

Per conoscere le norme specifiche relative a ciascuno dei 10 prodotti ortofrutticoli sopra elencati è possibile andare sul sito di Agecontrol: https://agecontrol.it/ortofrutta cliccare in basso a destra su “Raccolta Normativa” poi su “Normativa Ortofrutta” infine su “Schede Tecniche” ortaggi o frutta. Da qui: è possibile scaricare le schede tecniche di ogni prodotto sottoposto a norma speciale. 

Norma generale

La norma generale è la seguente ed è prevista nel Regolamento UE 543/2011 Allegato 1 parte A: i prodotti devono essere interi, sani (sono esclusi i prodotti affetti da marciume o che presentino alterazioni tali da renderli inadatti al consumo), puliti (praticamente privi di sostanze estranee visibili), privi di parassiti, esenti da danni alla polpa provocati da attacchi di parassiti, privi di umidità esterna anormale, privi di odore e/o sapore anomali. Lo stato dei prodotti deve essere tale da consentire: il trasporto e le operazioni connesse, l’arrivo al luogo di destinazione in condizioni soddisfacenti. I prodotti devono essere sufficientemente, ma non eccessivamente, sviluppati e i frutti devono avere un grado di maturazione sufficiente, ma non eccessivo. Lo stato di sviluppo e maturazione dei prodotti devono essere tali da consentire il proseguimento del loro processo di maturazione in modo da raggiungere il grado di maturità appropriato. In ogni partita è ammessa una tolleranza del 10 % in numero o in peso di prodotti non rispondenti ai requisiti qualitativi minimi. All’interno di tale tolleranza i prodotti affetti da marciume non superano il 2 % del totale. Nome completo del paese di origine: per i prodotti originari di uno Stato membro, il nome deve essere indicato nella lingua del paese di origine o in ogni altra lingua comprensibile ai consumatori del paese di destinazione. Per gli altri prodotti il nome deve essere indicato in una lingua comprensibile ai consumatori del paese di destinazione.

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