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“La vendemmia del 2023 ha presentato una serie di sfide complesse e intricate, prevalentemente dovute a fattori meteorologici. L’accumulo di giorni piovosi in tarda primavera ha reso estremamente difficile la gestione delle malattie fungine nella vite” ha dichiarato il vicepresidente della Cia Grosseto Edoardo Donato.
Successivamente, un prolungato periodo di siccità ha provocato uno stress idrico alle piante, rallentando significativamente la loro fisiologia e compromettendo l’accumulo di sostanze fondamentali come lo zucchero e altre componenti cruciali per la pianta. In questo contesto, è emersa la necessità di irrigare maggiormente i i vigneti e questo è un evidente segnale di cambiamento climatico, in quanto l’irrigazione, precedentemente considerata un’opzione di emergenza, è diventata un metodo agronomico indispensabile in stagioni come questa, per sostenere la crescita armoniosa delle viti.Un ulteriore elemento che ha influenzato la stagione è stato un periodo di venti di Tramontana protrattasi per due settimane, che ha ulteriormente asciugato l’uva, diminuendo la quantità e concentrando gli zuccheri.
“Nonostante tutte queste sfide – continua il vicepresidente Donato – è importante sottolineare che la qualità complessiva dell’uva in Maremma non è stata compromessa, e la quantità in alcune zone è rimasta in linea con gli anni precedenti”.
Tuttavia, è innegabile che tutte queste difficoltà abbiano aumentato i costi di gestione e di lavoro nei vigneti. Gli agricoltori e viticoltori sono stati infatti costretti a intervenire ripetutamente in tarda primavera con prodotti per la difesa dalle malattie fungine, oltre a sostenere ulteriori spese per l’irrigazione.
“L’aumento dei costi, inclusi il tempo dedicato al lavoro e l’uso di carburante, non potrà essere completamente compensato dal mercato, perché – spiega Donato- a differenza di altri settori, il valore del prodotto agricolo non è determinato dalla somma dei costi e della marginalità, ma viene stabilito dal mercato stesso che purtroppo oggi è stabile e tutti i costi che sono in più vanno ad incidere sul guadagno dell’agricoltore. Questi aumenti dei costi non riguardano solo la fase di coltivazione ma si estendono anche alla fase di trasformazione e alle cantine. Come si può dunque comprendere-conclude con amarezza- mette a repentaglio il reddito degli agricoltori.”
Incertezze e difficoltà, sono state queste le parole maggiormente utilizzate dal presidente dia Cia Grosseto, Claudio Capecchi, nel corso della sua analisi del settore agricolo nel 2023. Incertezze perché il cambiamento climatico ormai determina i risultati del lavoro nei campi, incertezze perché le reali ricadute delle norme contenute nella nuova Pac non sono ancora chiare, incertezze perché i costi di produzione sono in aumento, creando volatilità e forti speculazioni. Difficoltà perché il reddito dato dalla terra è sempre più risicato e perché scegliere di fare l’agricoltore oggi è sempre più complicato e non favorisce l’auspicato e necessario ricambio generazionale .
“L’annata agricola 2023- spiega il Presidente – è stata caratterizzata da una serie di ostacoli che hanno colpito un settore già in crisi da diversi anni. Da una parte le intemperie che hanno causato danni significativi alle colture, dall’altra il crollo dei prezzi di alcune produzioni, sommati all’incremento dei costi e alle complesse dinamiche con la Grande Distribuzione Organizzata (GDO), hanno ulteriormente complicato la situazione. Per stilare un bilancio accurato, è necessario tuttavia attendere la conclusione della vendemmia e della raccolta delle olive, anche se, ad oggi, la situazione appare tutt’altro che promettente”.
Nel settore viticolo le piogge primaverili hanno fatto proliferare le malattie fungine con importanti conseguenze negative per tutto il settore. Quello olivicolo ha, anch’esso, subito le conseguenze di un clima avverso nella fase dell’allegagione e ora, come se non bastasse, serve un’attenzione particolare perché il caldo umido rischia di far proliferare la mosca olearia e con questa i danni conseguenti. Per quanto riguarda altre colture, come la fienagione, le orticole e i cereali, l’annata è stata contraddistinta da notevoli sfide. Il maltempo ha compromesso la qualità del fieno, causando gravi danni alla zootecnia per l’inverno in arrivo. Non è andata meglio al settore dei cereali con raccolti magri e di bassa qualità a causa delle condizioni meteorologiche sfavorevoli nella scorsa primavera che hanno compromesso la produzione. A tutto si deve aggiungere la caduta del prezzo dei cereali.
Altro elemento di incertezza di questo 2023 è rappresentato dalla Politica Agricola Comune (PAC): l’anno passato è stato caratterizzato da diverse deroghe e non è chiaro se saranno ancora in vigore, inoltre le incertezze sulle reali ricadute economiche per l’imprenditore agricolo permangono e proprio questa mancanza di certezza ostacola la pianificazione aziendale mettendo così a rischio la necessaria programmazione del lavoro “A tutto questo si aggiungono le criticità che da anni mettono a rischio il settore primario – ha concluso Capecchi – È perciò imperativo ottenere risposte e soluzioni per affrontare la nuova PAC e garantire un futuro per le aziende. I redditi agricoli sono sempre più ridotti, mentre i costi aumentano e l’inflazione erode ogni margine di profitto. Per questo chiediamo attenzione e facciamo appello a chi ha il potere di legiferare affinché venga attuata una programmazione di politica agricola coerente, chiara e in tempi certi”
“Ci troviamo a constatare con amarezza che la promessa di un recupero sostanzioso per le pensioni, tanto agognato, si è risolto in una manciata di euro, lasciando i nostri pensionati agricoli in difficoltà, con pensioni misere spesso sotto la soglia di sussistenza” dichiara il presidente ANP Cia Grosseto, Giancarlo Innocenti.
Le preoccupazioni riguardano soprattutto l’individuazione di una soglia minima adeguata per le pensioni più basse, una questione fondamentale per garantire una dignità di vita sociale. Al riguardo, il presidente Innocenti afferma: “La mancanza di una soglia minima adeguata che noi avevamo indicato in 780€, con riferimento al reddito di cittadinanza, ci lascia a chiederci se sia davvero accettabile che i nostri agricoltori pensionati, che hanno dato tanto al nostro paese ed hanno versato i contributi, siano costretti a vivere al di sotto di questo limite.” Anche il sistema di tassazione, secondo Innocenti, richiede una profonda modifica “E’ importante agire sul trattamento fiscale che deve essere fatto alle pensioni e, una volta individuata la soglia minima giusta, evitare che questa costituire un imponibile Irpef”
Oltre alle pensioni, vi è un crescente allarme sulla situazione della sanità e dell’assistenza socio-sanitaria, soprattutto nelle zone interne. La spesa sanitaria, già scesa al 6,30% del PIL, rischia di minare i Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), mettendo a repentaglio la salute di migliaia di cittadini.
“La riduzione della spesa sanitaria è un segnale allarmante,” afferma ancora il presidente Innocenti, “I cittadini tutti, e non solo i pensionati, spesso sono costretti al nomadismo sanitario da regione a regione; un fenomeno umiliante e antidemocratico, accessibile solo a chi non ha difficoltà economiche e che comunque ha ricadute negative sul sistema Paese. L’introduzione dell’Autonomia differenziata delle regioni, senza una giusta e coordinata attenzione, rischia così di accentuare ulteriormente le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari.”
La carenza di medici di base nelle zone interne è un’altra criticità che l’ANP Cia Grosseto sta affrontando. La mancata programmazione e la difficoltà nell’attuare riforme strutturali necessarie stanno mettendo a dura prova la salute di chi abita in zone interne.
In quest’ottica, il presidente Innocenti conclude lanciando un appello ai parlamentari: “È giunto il momento di agire concretamente, con una visione a lungo termine e con un approccio olistico che protegga i diritti e il benessere dei nostri agricoltori pensionati, soprattutto di quelli nelle aree rurali. Dobbiamo evitare l’indifferenza e il rischio di creare una società divisa tra poveri e ricchi. Come ANP Cia Grosseto saremo presenti a tutti i livelli, facendo sentire la nostra voce con determinazione e, se necessario, anche con proteste clamorose. La realtà dei pensionati agricoli merita attenzione e azioni concrete, e l’ANP Cia Grosseto non si sottrarrà a questa responsabilità “