“I nostri agriturismi sin dall’inizio della pandemia si sono adeguati a quanto chiesto dal Governo in tema di prevenzione anti Covid 19 – commenta Claudio Capecchi presidente di Cia–Grosseto. “Come Confederazione ci siamo subito attivati con le nostre strutture associate aiutandole a mettere in atto tutte le norme e i dispositivi atti a contrastare la pandemia-spiega-. Inoltre i nostri agriturismi sono, quasi tutti, ubicati in zone relativamente lontane dai grandi centri urbani, luoghi circondati dal verde, nelle campagne, dove difficilmente si possono trovare occasioni e motivi di assembramenti. Inoltre poiché gran parte di queste strutture sono a conduzione familiare, le stesse attenzione riservate ai membri della propria famiglia vengono date agli ospiti. Una sorta di garanzia per una vacanza in serenità. Gli agriturismi- conclude Capecchi – sono case rurali immerse in paesaggi incontaminati, nati per accogliere pochi visitatori, hanno pochi posti letto e pochi posti a tavola, una scelta voluta proprio per garantire un momento di relax e benessere agli ospiti. Per questo siamo certi che queste strutture, sono oggi i luoghi ideali per trascorrere qualche giorno con i propri cari in totale tranquillità e sicurezza”
“La situazione in cui versano gli agriturismi in Italia è drammaticamente nota. È uno dei comparti più colpiti dagli effetti del Covid -ricorda il presidente nazionale Dino Scanavino- nonostante si tratti di strutture in campagna, spesso in località isolate, con ampi spazi all’aperto per la ristorazione, in cui si può garantire facilmente il distanziamento adeguato tra clienti. Per questo, ora il settore deve poter ricominciare a lavorare appieno, in vista dell’estate e di un rilancio del turismo, anche rurale. Gli agriturismi devono poter tornare ad appropriarsi del proprio ruolo, quello di leva economica e sociale per la ripartenza delle aree interne del Paese”.